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Caso tipo

Intervento sulla crisi: terapia ambulatoriale o residenziale

La signora C. si rivolge al medico di famiglia assai preoccupata per il figlio quattordicenne Bruno che, sorpreso mentre fumava uno spinello, ha ricevuto un ultimatum dalle autorità scolastiche. Durante un incontro tra il medico, la direttrice dell’istituto scolastico e la signora C., emerge che anche il fratello diciassettenne di Bruno fuma troppi spinelli. La signora C. alleva i figli da sola, senza alcun aiuto. Sovente è assente a causa del lavoro e dei corsi di formazione professionale che sta ancora seguendo. I due ragazzi hanno molta libertà, ma anche molte responsabilità. Bruno, ad esempio, si prepara da solo il pranzo, mentre il fratello maggiore non rientra a casa a mezzogiorno e trascorre i fine settimana dall'amica, sebbene non sia ancora maggiorenne.

Alcune riflessioni e proposte

  • Come nell’esempio appena illustrato, le situazioni sono sovente complesse e i problemi non si limitano al consumo di canapa. Occorre, pertanto, un aiuto competente. Secondo i problemi che si presentano, il trattamento può anche essere molto lungo. La medica o il medico di famiglia può eventualmente decidere di affidare il trattamento, interamente o in parte, a una/un collega specialista oppure a un centro specializzato, che fornirà tutte le informazioni necessarie sulle diverse opzioni che si presentano.
  • Se la medica o il medico di famiglia intende occuparsi personalmente del trattamento, elenchiamo qui alcune riflessioni e consigli che potrebbero esserle/gli di aiuto (v. anche colloquio motivazionale):
    • farsi un quadro generale della situazione: chi è coinvolto, e come, nel problema; chi, delle persone implicate, ha bisogno di quale tipo di aiuto;
    • impedire che le persone coinvolte si attribuiscano vicendevolmente la colpa; cercare invece di renderle partecipi alla riflessione su una possibile soluzione;
    • stabilire obiettivi specifici per ogni persona coinvolta;
    • chiarire le responsabilità: chi fa cosa (genitori – scuola – medica/o di famiglia o consulente – giovani);
    • dare una struttura temporale all’intervento: stabilire quindi entro quando dovranno essere raggiunti i vari obiettivi e chi li valuterà;
    • stabilire in modo inequivocabile sin da subito le sanzioni (ultimatum, lavori assegnati per punizione, paghetta, uscite ecc.), facendo in modo che siano anche applicabili;
    • pensare ad altre misure con funzione strutturante per le/i giovani (test delle urine, aiuto per i compiti a casa, cucinare, controllo sul denaro a disposizione ecc.);
    • stabilire se occorrono ulteriori chiarimenti anamnestici (ad es. protezione dell’infanzia, psichiatria dell’età evolutiva).
  • Per quanto concerne il consumo di canapa in particolare, è opportuno chiarire i punti seguenti:
    • modalità di assunzione, quantità consumata, frequenza, contesto (o “setting”: consumo solitario, in compagnia di amiche o amici ecc.);
    • si constatano già effetti negativi? (salute, scuola, famiglia ecc.)
    • si possono osservare altri problemi? (disturbi psichici)
    • la persona che consuma canapa è motivata a cambiare le sue abitudini?
    • quali opzioni esistono per modificare il consumo, per interromperlo o per evitare il contesto (setting) che lo comporta?
    • quali obiettivi personali sono ostacolati dal consumo di canapa?

Approccio ambulatoriale o residenziale?

  • Secondo la gravità del problema oppure dopo una certa progressione del trattamento ambulatoriale, si possono prendere in considerazione eventuali offerte terapeutiche residenziali.
  • Di norma, il solo consumo di canapa non richiede una disintossicazione residenziale. In casi gravi di dipendenza o se si manifesta un altro disturbo psichico, tuttavia, la soluzione residenziale può essere opportuna, se non indispensabile.
  • Uno dei vantaggi delle soluzioni residenziali rispetto a quelle ambulatoriali è che, in una situazione protetta, la sostanza è meno disponibile e la/il paziente, almeno temporaneamente, non è più in contatto con la cerchia di persone che ne fanno uso.
  • Le soluzioni residenziali per affrontare le disintossicazioni da canapa variano molto da un cantone all'altro, e sono proposte da istituti psichiatrici oppure da strutture di aiuto alle persone dipendenti da sostanze. Nel caso di pazienti giovani, inoltre, occorre che la terapia tenga conto delle esigenze legate all’età. Su www.indexdipendenze.ch è possibile verificare le soluzioni attualmente disponibili.
  • Se il problema principale non riguarda direttamente la dipendenza o eventuali disturbi psichiatrici, è possibile prendere in considerazione altre soluzioni (ad es. soggiorno in una famiglia ospitante o in una struttura socio-pedagogica).
  • Inoltre, occorre verificare l’opportunità di sospendere, assieme al consumo di canapa, anche quello di tabacco. Rispetto a chi non fuma, chi consuma tabacco ha maggiori probabilità di mettersi a consumare canapa. Diversi studi scientifici dimostrano che, nel quadro di programmi per smettere di fumare (tabacco o canapa), il consumo dell’altra sostanza aumenta.
  • Per l’indicazione medica può essere opportuno collaborare con un centro regionale specializzato. Si possono chiedere informazioni anche alla helpline.

 

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