Colloquio motivazionale
Alle persone con problemi di dipendenza non manca la motivazione; il loro atteggiamento, tuttavia, è ambivalente.
Il cosiddetto “colloquio motivazionale” (da “motivational interviewing”) è un metodo per aiutare il paziente a cambiare i suoi comportamenti problematici (ad es. il consumo di sostanze), agendo soprattutto sulle sue motivazioni. Nel trattamento delle dipendenze, aumenta significativamente le possibilità di riuscita.
L’efficacia del metodo è comprovata da diversi studi. Esso, d’altra parte, si apprende in modo relativamente rapido. Per qualche esempio rimandiamo ai siti seguenti: www.motivationalinterviewing.ch e www.gk-quest.de (entrambi in tedesco); www.motivationalinterview.org (in inglese). Anche l’Università di Basilea propone un Certificate of Advanced Studies (CAS) in colloquio motivazionale: per informazioni supplementari, rinviamo al sito dell’Università.
Il colloquio motivazionale tiene conto del fatto che la disponibilità al cambiamento evolve gradatamente. Si veda, in merito, il modello proposto da Prochaska e Di Clemente (in tedesco).
Il colloquio motivazionale è adatto soprattutto per persone poco inclini al cambiamento e può essere usato nell’ambito di interventi brevi.
- Il paziente è già disposto a parlare dei motivi latenti che dovrebbero spingerlo a un cambiamento;
- col tempo si apre sempre più alla possibilità di modificare le sue abitudini di consumo, oramai conscio che esse non sono compatibili con i traguardi e i valori importanti della sua vita;
- in tal senso, il colloquio motivazionale lo aiuta a liberare gli impulsi di cambiamento già presenti in lui.
Il colloquio motivazionale esige dal medico un certo atteggiamento nei confronti del paziente. Il medico:
- sa che in ogni paziente si nasconde un potenziale di cambiamento, che vale la pena liberare e incoraggiare;
- rispetta l’autonomia del paziente;
- discute con il paziente da pari a pari, abbandonando il ruolo di esperto;
- mostra empatia e fa capire al paziente che la sua vita non gli è indifferente.
Il colloquio motivazionale si articola in 4 fasi:
- dapprima si tratta soprattutto di stabilire un contatto: con il suo atteggiamento costruttivo, il medico ottiene un’atmosfera aperta e valorizzante, un dialogo da pari a pari, sui quali fondare poi le tappe seguenti;
- in seguito bisogna concentrarsi sulla situazione: per capire bene che cosa essa implica e quale comportamento sta, concretamente, in primo piano;
- si tratta poi di incoraggiare l’intima motivazione del paziente, l’obiettivo primario di tutto l’intervento: nello scambio occorre quindi individuare la motivazione, che ancora si nasconde, metterla in luce e porla al centro dell’attenzione;
- infine occorre pianificare: il paziente, oramai motivato, va aiutato con una strategia adatta, che tenga conto dei suoi propositi e gli permetta di realizzarli.
Per il colloquio motivazionale, il medico può ricorrere a una serie di tecniche:
- Porre domande aperte
- Le domande aperte inducono il paziente a spiegare dettagliatamente il suo punto di vista.
- In tal modo, il paziente racconta cose che il medico non sa ancora, permettendogli di meglio comprendere la sua prospettiva, di individuare le sue potenzialità e le sue risorse.
- Ascoltare attivamente
- Il medico è “tutt’orecchi”: riformula e, se possibile approfondisce l’informazione trasmessa dal paziente.
- Valorizzare
- Se il medico accoglie e mette sinceramente in valore quanto raccontatogli dal paziente, costruisce una relazione positiva e lo aiuta a trovare un accesso alle proprie risorse e potenzialità.
- Discutere le opportunità di cambiamento (change talk)
- Quando il paziente comincia a menzionare la possibilità di un cambiamento, si fa in qualche modo il portavoce della propria trasformazione. Uno dei compiti principali del medico è cogliere il momento in cui il discorso va in questa direzione, e incoraggiare il paziente ricorrendo a tecniche mirate.
- Gestire le resistenze
- Si tratta innanzitutto di gestire con flessibilità la resistenza opposta dal paziente, instaurando una sorta di “danza relazionale”, ed evitando l’affronto diretto.
- Discutere le capacità di cambiamento (confidence talk)
- Quando il paziente comincia a menzionare le proprie capacità di cambiamento, si sta facendo strada in lui la certezza di riuscire a operare autonomamente una trasformazione. Uno dei compiti principali del medico è cogliere il momento in cui il discorso va in questa direzione, e incoraggiare il paziente ricorrendo a tecniche mirate.
- Fare un rendiconto periodico
- Riassunti periodici permettono al paziente di udire nuovamente gli argomenti che ha sollevato in precedenza pro e contro il cambiamento. In tal modo gli giunge il riflesso del suo atteggiamento ambivalente, che deve essere in grado di affrontare.
Questo metodo è descritto in modo più dettagliato nel articolo di Ars Medici 7/2006 “Tanzen statt Kämpfen” (ovvero “Danzare invece di combattere”).
Sul sito del British Medical Journal (BMJ) è ora disponibile un supporto didattico di 1 ora, dedicato a diversi aspetti dell’intervista motivazionale. Propone anche esempi video animati da Stephen Rollnick, in inglese. Il login è gratuito.
Anche l’Istituto di medicina generale dell’Università di Jena propone un supporto didattico elettronico (in tedesco). Il progetto è ancora in fase di elaborazione.